Il Nuraghe Paddaggiu di Castelsardo è uno dei numerosi siti archeologici che ritroviamo nel nord Sardegna, ed è posizionato lungo la strada provinciale 90 che collega Castelsardo a Valledoria ed a Santa Teresa di Gallura, all'interno della vallata.
Il nome Paddaggiu (o paddagiu, o paddaju) in sardo significa pagliaio, e ci riconduce all'ultima probabile destinazione d'uso di questa antica costruzione, utilizzato appunto come magazzino in epoca Romana. Erroneamente viene chiamato anche Su Tesoru o Sa Eni, ma si tratta di due costruzioni ben distinte.
Il Nuraghe Paddaggiu faceva parte di un complesso nuragico ben più grande, caratterizzato anche dalla presenza di un bastione con due torri laterali ed il muro di cinta oltre il quale vi sorgeva il villaggio nuragico composto da una serie di capanne probabilmente circolari, come consuetudine. Oggi, è giunta sino a noi solamente la torre principale che in origine presentava una copertura a tholos e due piani comunicanti per mezzo di una scala interna. Questo monotorre presenta una base con un diametro di circa 11 metri, per una altezza che raggiunge gli 8 metri e mezzo. Oltrepassato l'ingresso ci si addentra nel corridoio coperto da lastre in pietra trasversali, nel quale troviamo una nicchia sulla destra e la scala interna sulla sinistra, mentre al centro si apre la camera principale che presenta un diametro interno di circa 4,30 mt per un'altezza di 5 metri e la presenza di altre tre nicchie. All'esterno, invece, è ancora presente una parte del grande muro di cinta ed i resti di una capanna del villaggio nuragico che probabilmente si estendeva sin oltre la strada.
Una curiosità di questo nuraghe, è la presenza di piombatoi sia sul corridoio d'ingresso che sulla scala, particolare unico al momento, tra i nuraghi presenti in Sardegna, che ci fanno pensare al Nuraghe Paddagiu come ad una fortificazione difensiva.
Non molto distante dal nuraghe, troviamo un altro luogo affascinante della Sardegna: la Roccia dell'Elefante che, per chi non lo sapesse, è anche un bellissimo esempio di domus de janas (casa delle fate).
Si ringrazia Paola Granara per la bellissima foto del Nuraghe Paddaggiu.