La Sardegna è terra antica e terra di Nuraghi disseminati per tutto il territorio regionale, traccia e testimonianza dell'antica civiltà nuragica.
In questa sezione parleremo del Nuraghe Piscu che possiamo trovare nell'agro di Suelli in provincia di Cagliari, lungo la strada Statale 128 che collega Senorbì e Mandas e che rappresenta uno dei nuraghi meglio conservati della Sardegna ed il meglio conservato della sub regione della Trexenta dove si contano ben 200 di queste antiche costruzioni.
Il nuraghe Piscu prende il nome da un vescovo che apparteneva alla vecchia diocesi locale, ed è stato costruito tra il XV ed il XI secolo a.C., con una struttura quadrilobata, formato da una torre centrale alta circa nove metri con 11 metri di diametro, più altre quattro torri disposte agli angoli del cortile interno di circa 30 metri per lato, protetto dalle mura spesse. Altre cinque torri erano disposte a protezione di un ulteriore cortile, oltre il quale si sviluppava il villaggio nuragico di capanne circolari e quadrangolari.
Costruita a thòlos (di forma troncoconica primitiva), la torre centrale del nuraghe Piscu presenta un ingresso architravato esposto a sud, con sopra una finestra (feritoia quadrata di scarico) al fine di allegerire le forze sull'architrave. E' stata costruita con la tecnica dell'aggetto, ovvero utilizzando pietre più piccole man mano che si procede verso l'alto della costruzione diminuendone progressivamente il diametro. All'interno, il corridoio a sezione angolare conduce alle due nicchie contrapposte che precedono l'ampia camera, dalla quale si arriva poi al cortile mediante il quale è possibile accedere alle altre torri. Per quanto riguarda la tipologia di costruzione, riferita sia alla torre centrale che al nuraghe nel suo complesso, rappresenta una rarità se rapportato con le altre costruzioni megalitiche rinvenute sino ad oggi.
Nel corso dei primissimi scavi, avvenuti a metà dell'800 per mano del Canonico Giovanni Spano, riemersero alla luce tracce del quotidiano degli abitanti del nuraghe: una damigiana coperta da una lapide, frammenti e ossa di animali, ostriche, zanne, ecc., stoviglie e scodelle, marmo baradilio che si ipotizza venisse utlizzato per la concia delle pelli e pezzi di macine in pietra vulcanica. Nel cortile è stato ritrovato e scavato un pozzo, utilizzato con molta probabilità per la raccolta dell'acqua piovana, sul fondo del quale sono stati rinvenuti reperti e frammenti. Altri scavi vennero fatti negli anni 80 del Novecento, per il consolidamento dell'ingresso e della struttura generale del sito archeologico.
Il nuraghe è stato costruito su una collina alta, dalla quale è possibile avvistare altri nuraghi e siti archeologici presenti nella zona, come il nuraghe Planu Senis, la Necropoli di Pranu Siara e la Necropoli di Santu Perdu.