La Basilica di Nostra Signora di Bonaria è situata sul colle di Bonaria nella città di Cagliari e costituisce il più grande tempio Cristiano della Sardegna.
L'esterno è caratterizzato da un chiaro stile rinascimentale, ha un colore bianco, dovuto alla roccia calcarea estratta dal colle, usata per costruire la Basilica. Il pronao è invece caratterizzato da tre arcate con archi a botte che stazionano davanti alla bellissima piazza nella quale giaciono due sculture, la prima raffigurante una nave in un mare in tempesta, rievocante il ritrovamento della cassa del Simulacro, e la seconda raffigura il Papa Paolo VI, giunto in visita a Bonaria il 25 aprile del 1970. Poco più avanti della piazza, si trova la magnifica scalinata, ornata di giardini e viottoli, alla sinistra della quale è stata posizionata una colonna che indica il punto nel quale venne ritrovata la cassa contenente il Simulacro.
Prese il posto della vecchia Chiesa, fatta costruire in precedenza, nel 1326 da Alfonso D'Aragona. Il cammino della sua costruzione è lungo secoli, basti pensare che la prima pietra fu posata il 25 marzo del 1704, nonostante l'idea di creare una Chiesa di dimensioni maggiori arrivò già il 25 marzo 1370 quando nelle rive del colle giunse via mare una grande cassa di legno con all'interno il Simulacro della Vergine.
Si narra che la cassa venne lanciata in mare da una nave spagnola che stava compiendo una traversata tra la Spagna e l'Italia. Durante la navigazione si abbattè sulla nave una violenta tempesta a causa della quale la nave rischiava la propria sopravvivenza. Il capitano decise così di gettare in mare tutto il carico di bordo, per poter almeno salvare la vita dell'equipaggio e dei passeggeri, ma la tempesta pareva non volersi placare, finché venne trovata in stiva una cassa della quale tutti ignoravano la provenienza, e dopo averla lanciata in mare improvvisamente la tempesta cessò e il mare si quietò. La cassa venne spinta a riva dalla corrente e pure la nave fu praticamente guidata nella stessa direzione della cassa. Giunta a riva, in molti cercarono di aprirla o di spostarla, ma pareva un impresa impossibile. Solamente i religiosi Mercedari, che abitavano il colle di Bonaria, riuscirono nell'intento e decisero di portare la cassa nel proprio monastero. Aperta la cassa si trovarono davanti un bellissimo Simulacro di Madonna con il Bambino in braccio, che tutt'ora è esposto all'interno del Santuario adiacente. La cassa è invece ancora oggi conservata nelle sale della Basilica.
Col passare dei secoli, alla Nostra Signora di Bonaria venne sempre più accostato l'appellativo di protettrice dei naviganti. Tutt'ora tantissime persone son solite portare i cosiddetti ex-voto al Simulacro della Madonna, per ringraziarla della buona sorte di un viaggio per mare. L'accumularsi degli ex-voto ha reso necessaria la creazione di un Museo nel quale venissero conservati.
Il Simulacro fu anche protagonista di un miracolo, quando, un soldato amante del gioco con le carte decise di sfidare il suo acerrimo nemico giocandosi tutti i suoi averi. Prima della partita, il soldato andò dalla Madonna promettendole che se avesse vinto, avrebbe diviso con Lei tutti gli averi guadagnati, ma se avesse perduto tutto, sarebbe tornato per tagliarle la testa. Il soldato cadde in rovina durante la partita, così, tenendo fede alle parole pronunciate davanti al Simulacro, entrò nella Chiesa e con la sua spada tagliò la testa del Simulacro, dalla quale miracolosamente cominciò ad uscire in gran quantità del sangue. I presenti esterrefatti dal folle gesto gridarono subito al miracolo.
La costruzione della Basilica progettata da Antonio Felice de Vincenti, come detto, ebbe lunghi tempi, anche a causa dei fondi che venivano sistematicamente a mancare. Finché un giorno, Padre Adolfo Londei e il Monsignor Pietro Balestra, presero l'iniziativa e diedero nuovamente l'input per la raccolta dei fondi necessari ed il proseguo dei lavori. Il tempio fu finalmente consacrato solo il 25 aprile del 1926 ricevendo dal Papa Pio XI il titolo di Basilica Minore, e venne ultimato nel 1952.
Durante la grande guerra subì gravissimi danni, specialmente alla cupola e a parte della navata, perdendo numerosi affreschi e bellissimi stucchi, ma ben presto fu rimessa a nuovo divenendo la Basilica che noi tutti oggi possiamo ammirare.
L'interno della Basilica è molto luminoso ed imponente. La pianta è a croce latina con tre navate, e raggiunge una lunghezza di 54 metri e un'altezza di 50 nella cupola. Le navate laterali sono caratterizzate da quattro arcate poggianti ciascuna su due colonne e con quattro candelabbri in bronzo. L'altare della Basilica è sormontato da un affascinante baldacchino poggiato su quattro colonne di marmo verde con capitelli in bronzo.
Oltre l'altare maggiore, vi sono altri sette altari all'interno delle navate, quattro a destra e tre a sinistra: abbiamo l'altare della Madonna Ausiliatrice, della Vergine assunta in Cielo, quello dedicato alla Sacra Famiglia, alla Madonna di Fatima, alla Madonna col Bambino, alla Madonna della Mercede ed infine quello dedicato all'Immacolata. Nel lato destro del transetto, troviamo l'organo, che con le sue cinquemila canne è l'organo più grande della Sardegna.
Accanto alla Basilica, è ben visibile il Santuario la cui costruzione risale addirittura alla cacciata dei pisani dalla Sardegna per mano degli aragonesi, ovvero intorno al 1325. E' il primissimo esempio di architettura gotico catalana in Sardegna. Ha una facciata sobria di colore bianco per via dei mattoni in calcare utilizzati per la costruzione, ed è arricchita da un grande rosone che permette di far entrare parecchia luce. Il portone invece, in stile gotico, è quello che un tempo era della Chiesa di San Francesco, in Stampace, andata distrutta, ed è sovrastato da una mezzaluna nella quale è stata inserita una piccola statua raffigurante la Madonna di Bonaria. L'interno è di dimensioni contenute, presenta anch'esso due navate con diversi piccoli altari oltre l'altare maggiore. Qui è custodito gelosamente il leggendario Simulacro della Madonna di Nostra Signora di Bonaria, mentre quello all'interno della Basilica è una fedele riproduzione. A testimonianza delle fortificazioni costruite da Alfonso d'Aragona per difendere il colle di Bonaria, ci rimane oggi solamente la vecchia Torre Aragonese che costituisce il Campanile del Santuario.
Il Convento alle spalle del Santuario invece vide la luce nel 1305 per opera di Carlo Catalano, nato in Sardegna ed emigrato alla corte di Giacomo II in Spagna, per chiedere agli spagnoli di venire liberati dalla dominazione pisana. Durante la sua permanenza in Spagna, Carlo venne ammesso presso l'Ordine della Mercede. Concessogli il permesso di rientrare in Sardegna fondò il Convento sul colle di Bonaria. All'interno del Convento, vi sono diverse sale: abbiamo la Sala de Profundis, che costituisce uno dei luoghi ove i religiosi pregano i defunti, l'Appartamento Reale, chiamato così perché qui sostavano Re e Viceré, ma anche gli Arcivescovi e ha assunto nel tempo anche il nome di Appartamento del Papa, dopo che vi hanno sostato nelle sue stanze, i Papi in visita in Sardegna. Vi sono due pinacoteche, un refettorio e tantissime opere come quadri e sculture che meritano davvero d'essere viste. Nel Chiostro è possibile visitare il Museo del Santuario, nel quale sono custoditi gli oggetti sacri, d'arte ed ex-voto. Dalla Torre Aragonese infine, è possibile ammirare tutto il bellissimo panorama della citttà di Cagliari e del Golfo degli Angeli.
Ai piedi della colle troviamo infine, il Cimitero Monumentale di Bonaria, costruito su una Necropoli.
In pochi sono a conoscenza del fatto che la città argentina di Buenos Aires prende il nome proprio dalla Basilica di Nostra Signora di Bonaria.